La scrittura è un lavoro, ma è anche quasi un gioco, e una gioia, perché l’essenziale non è la scrittura, è la visione. Ho sempre scritto i miei libri col pensiero prima di trascriverli sulla carta, e a volte li ho perfino dimenticati per dieci anni prima di dar loro una forma scritta.
Non mi aspetto mai che la gente legga i miei libri, per la semplice ragione che non ho l’impressione di occuparmi di cose che interessino molto la maggior parte della gente.
In genere i lettori non vedono l’insieme [del libro], vedono la punta saliente, l’angolazione che più li tocca. Colgono sempre, di un libro, l’aspetto che riflette la loro vita.
Ogni scrittore è utile se arricchisce la lucidità del lettore, lo libera da timidezze o pregiudizi, gli fa vedere e sentire ciò che quel lettore non avrebbe visto né sentito senza di lui.
Marguerite Yourcenar, Ad occhi aperti
Marguerite Yourcenar nasce a Bruxelles l’8 giugno 1903 in una famiglia franco-belga di antica nobiltà; la madre muore dieci giorni dopo aver dato alla luce Marguerite.
Marguerite Yourcenar viene educata privatamente, in una villa a Mont-Noir nel nord della Francia, dal padre. Si dimostra subito una lettrice precoce, interessandosi a soli otto anni alle opere di Jean Racine e Aristofane; a soli dieci anni impara il latino e a dodici anni il greco. I numerosi spostamenti che in questi anni compie assieme al padre, nel sud della Francia, a Bruxelles, a Parigi e in Olanda, saranno importanti per formare la sua natura di viaggiatrice instancabile.
Nel 1920 a solamente diciassette anni, con lo pseudonimo Marg Yourcenar, scelto anagrammando il suo vero cognome, con l’aiuto del padre, pubblica a Nizza “Le jardin des Chimères”, la sua prima opera in versi.
Nel 1924, in occasione di uno dei tanti viaggi in Italia, la scrittrice visita per la prima volta Villa Adriana e inizia qui la stesura dei primi “Carnet des Notes per le Mémoires”. Pubblica un romanzo ambientato nell’Italia dell’epoca, dal titolo “La denier du Rêve”; in seguito pubblica “Feux”, una raccolta di prose liriche ispirata dal suo amore non corrisposto per il suo giovane e biondo editore André Fraigneau.
Nel 1937 Marguerite Yourcenar conosce l’intellettuale statunitense Grace Frick: l’incontro risulterà fondamentale per la sua carriera, e non solo, tanto che diventerà proprio la sua compagna nella vita.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939, decide di trasferirsi negli Stati Uniti d’America, dove prende la cittadinanza nel 1947; l’autrice ad ogni modo continuerà a scrivere in lingua francese. Inizia per Marguerite un decennio di privazioni, che più tardi definirà come il più brutto della sua vita. Questo periodo si conclude con la pubblicazione delle “Memorie di Adriano“, il suo libro di maggior successo.
Successivamente intraprende una serie di viaggi in giro per il mondo, che troveranno una pausa solo per l’aggravarsi delle condizioni di salute della sua compagna Grace Frick. Grace, che da vent’anni lottava contro un tumore, muore nel mese di novembre del 1979.
Dopo la morte della compagna, Marguerite Yourcenar conosce Jerry Wilson, che diventerà in breve una delle sue più intense passioni. Purtroppo neanche lui le sopravvive: Wilson era un bellissimo giovane studente americano molto inserito nell’ambiente gay, che viveva con uomini più vecchi e molto più ricchi di lui, conduceva una vita notturna molto attiva e che a causa delle sue sregolate abitudini lo portò alla prematura morte, all’età di 36 anni.
La sua ultima fatica letteraria è quella della grande trilogia familiare intitolata “Le labyrinthe du monde” (“Souvenir Pieux”, “Quoi? l’eternité”, “Archives du Nord”).
Opere in italiano di Marguerite Yourcenar: Alexis o il trattato della lotta vana (1928); Moneta del sogno (1935); Racconti orientali (1938); Il colpo di grazia (1939); Memorie di Adriano (1951); Presentazione critica di Kavafis (1958); Con beneficio d’inventario (1962); L’Opera al nero (1968); Care memorie (1974); Archivi del Nord (1977); Mishima o la visione del vuoto (1981); Anna Soror (1981); Come l’acqua che scorre (1982); Il tempo grande scultore (1983); Quoi? L’Eternité (1988); Pellegrina e straniera (1989); Il giro della prigione (1991).