Intramontabile. Donne che corrono coi lupi è il capolavoro che, dagli anni Novanta, continua ad affascinare e influenzare intere generazioni. Un libro magico, più che un testo è da considerare uno scrigno colmo di perle.
Attingendo alle fiabe e ai miti delle più diverse tradizioni culturali, Clarissa Pinkola Estés fonda una psicanalisi del femminile attorno alla straordinaria intuizione della Donna Selvaggia – fil rouge dell’opera – intesa come forza psichica potente, istintuale e creatrice, lupa ferina e al contempo materna, ma soffocata da paure, insicurezze e stereotipi.
Alcune delle fiabe udite durante l’infanzia (Barbablù, La Piccola Fiammiferaia, Vassilissa, Il Brutto Anatroccolo…) vengono trasformate in magiche suggestioni finalizzate alla crescita interiore.
Secondo l’autrice «il mito o la fiaba-guida contiene tutte le istruzioni di cui una donna ha bisogno per il suo sviluppo psichico». Le storie «sono disseminate di istruzioni che ci guidano nelle complessità della vita».Nel senso più antico le storie sono un’arte curativa, sono medicine, balsamo potente, «vitamine per l’anima». Attraverso di esse, scrive l’Autrice: «maneggiamo energia archetipica» che porta a cambiamenti. Da leggere.
Clarissa Pinkola Estés, analista junghiana con dottorato in Psicologia etno-clinica, in questo suo saggio enuclea una serie di archetipi di tipologie femminili, attraverso un’interessante interpretazione psicoanalitica, ma che ogni donna – anche “digiuna” di Psicoanalisi – può comprendere e apprezzare perché attinge a un’antichissima memoria, aiutandola a venir su e a riprender vita.
In ogni frammento di una storia
si trova la forma dell’intera storia […]
Le storie mettono in moto la vita interiore.
Le donne che corrono con i lupi sono le donne che credono in ciò che fanno, e sono anche quelle che si impegnano per recuperare le dimensioni di quell’istintualità e di quella creatività perdute, soffocate da schemi, limiti culturali e sociali. Sono quelle donne che riconoscono e danno voce alle proprie ansie, alle proprie frustrazioni riscoprendo il ruolo che la natura ha sempre assegnato loro. La donna ” lupo”, può trovare in se stessa la forza di volontà, il coraggio, e l’energia per cambiare il corso della propria storia individuale. Per riscoprire la propria natura ed avvicinarsi alla propria anima, è necessario abbattere i muri delle proprie paure, che ostacolano l’espressione del proprio essere e l’autentica conoscenza di sé. Conoscersi meglio, significa essere consapevoli; la consapevolezza del proprio essere e l’avvicinarsi alla propria anima, interrogandola, inevitabilmente rende libere…di essere, di agire…e di non accontentarsi di situazioni che in apparenza sembrano comode e semplici. L’essere consapevoli, quindi, rende liberi, ma nello stesso tempo leali prima di tutto con se stesse prima che con gli altri. Ogni donna sa, istintivamente, cosa merita di rimanere… cosa va allontanato… e sa quando restare…e quando andare via.
Riunirsi alla natura istintuale non significa disfarsi, cambiare tutto da sinistra a destra, dal nero al bianco, spostarsi da est a ovest, comportarsi da folli o senza controllo. Non significa perdere le proprie socializzazioni primarie, o diventare meno umane, significa piuttosto il contrario. La natura selvaggia possiede una ricca integrità…
Significa fissare il territorio, trovare il proprio branco, stare con sicurezza e orgoglio nel proprio corpo indipendentemente dai suoi doni e dai suoi limiti, parlare e agire per proprio conto, in prima persona, essere consapevoli, vigili, riprendere i propri cicli, scoprire a cosa si appartiene, levarsi con dignità, conservare tutta la consapevolezza possibile.
Per trovare dunque la Donna Selvaggia lasciamo cadere i falsi manti che ci hanno dato. Indossiamo il manto autentico dell’istinto possente della conoscenza. Infiltriamoci nei territori psichici che un tempo ci appartenevano. Sciogliamo le bende, torniamo a essere ora, le donne selvagge che ululano, ridono, cantano Colei che ci ama tanto.
Senza di noi la Donna Selvaggia muore. Senza la Donna Selvaggia, siamo noi a morire. “Para Vida” tutte dobbiamo vivere.
Ogni volta che alimentiamo l’anima è garantita una crescita.
Per vivere il più vicino possibile al selvaggio numinoso una donna deve scuotere di più la testa, traboccare di più, avere più intuito, più creatività, più “lasciarsi sporcare”, più solitudine, più vita naturale, più fuoco, più cucina di parole e idee. Deve riconoscere meglio la sonorità, la semina, le radici, la gentilezza verso gli uomini, la rivoluzione nel vicinato, la poesia, la pittura di favole e fatti, più lunghe penetrazioni nel femminino selvaggio…
La meditazione, l’educazione, l’analisi dei sogni, la conoscenza del verde cimitero non hanno alcun valore se tenuti per sé o per pochi intimi.
Siate la donna coraggiosa e paziente dell’Orso dalla Luna Crescente, che impara a vedere attraverso le illusioni. Non distraetevi ad accendere fiammiferi e fantasie come la piccola fiammiferaia.
Resistete fino a trovare coloro cui appartenete, come Il Brutto Anatroccolo. Purificate il fiume creativo affinché la Llorona possa trovare quel che le appartiene. Come La Fanciulla senza Mani, lasciatevi condurre in salvo dal cuore attraverso la foresta. Come La Loba, raccogliete le ossa di preziosi valori perduti e cantate per riportarli in vita.
«Se non vai nei boschi, nulla accadrà mai,
e la tua vita non avrà mai inizio»
Clarissa Pinkola Estés, Donne che corrono con i lupi, Ed. Frassinelli, Milano, 1994 – Traduzione di Maura Pizzorno