Io credo che uno si metta ad amare le cose per crearsi un piccolo angolo dove rifugiarsi […] ci si sente in esilio al mondo ed allora ci se ne crea uno proprio […] non è l’amore che spinge a scrivere; è il disagio, la ferita che c’è fra noi e il mondo.
Francesco Biamonti
Francesco Biamonti nasce il 3 Marzo del 1928, a S. Biagio della Cima, in provincia di Imperia, nell’entroterra di Vallecrosia. E là vive quasi sempre.
Diplomato in ragioneria, coltiva fin da giovane profondi studi letterari e artistici da autodidatta. Trascorre alcuni periodi della sua giovinezza in Francia e in Spagna; ottiene l’incarico di bibliotecario all’Aprosiana di Ventimiglia tra gli anni ’50 e gli anni ’60.
L’opera di Biamonti si snoda lungo un continuo colloquio poetico con la natura, alla ricerca dello sguardo giusto tramite il quale raccontare il paesaggio della sua terra, vero protagonista dei suoi romanzi. Il paesaggio descritto da Biamonti nei suoi romanzi è quello dell’estremo ponente ligure, “porzione” di Liguria tra l’entroterra montuoso e il mare, “zattera sospesa tra cielo e mare”*
Secondo una “leggenda” nata intorno a lui sin dalla pubblicazione del suo primo romanzo, Francesco Biamonti è un coltivatore di mimose, scopertosi scrittore a cinquant’anni.
Nel1983 pubblica il suo primo romanzo, L’Angelo di Avrigue, seguono Vento Largo nel 1991, Attesa sul mare nel 1994, Le parole la notte nel 1998, e infine, pubblicato postumo ma incompiuto nel 2003, Il silenzio. Muore il 17 ottobre del 2001.
* F. IMPROTA, Un mondo alla deriva, in “La Gazzetta di San Biagio”, Anno 5, n° 3, ottobre 2002, p. 3